(Foto Tedeschi)
Il bosniaco sta esplodendo alla quinta stagione in giallorosso. Ora si trova davanti ad un bivio: diventare l’erede di Totti o accettare le lusinghe di un top club europeo
di Valerio Nasetti – @lerio83
ROMA – Cinque anni con la stessa maglia sono tanti. Sopratutto per chi arriva dall’estero. Miralem Pjanic fu uno dei primi acquisti dell’era DiBenedetto nell’agosto 2011, l’unico giocatore “supertite” dall’inizio della gestione americana.
CINQUE ANNI IN GIALLOROSSO – Arrivò per 11 milioni di euro dal Lione. Aveva appena 20 anni. Talento troppo acerbo per Luis Enrique e poi tenuto “nascosto” da Zeman. Pjanic è definitivamente esploso in giallorosso con l’avvento di Rudi Garcia. Il francese gli ha dato fiducia in diversi ruoli: è stato principalmente interno di centrocampo, ma anche esterno d’attacco, trequartista e infine “regista” davanti alla difesa. Grazie alla sua tecnica e intelligenza tattica, Pjanic ha sempre dato risposte positive, nonostante non sia mai riuscito a brillare per continuità. Oggi, a 25 anni e con un connazionale in squadra come Dzeko, Mire è vicino ad effettuare il suo definitivo salto di qualità. In questo primo scorcio di stagione ha realizzato tre gol conditi da altrettanti assist. La vicinanza con l’amico Edin lo sta aiutando a dare garanzie là dove l’anno scorso aveva fallito.
IL FUTURO NUMERO 10 – Pjanic potrebbe diventare presto l’erede di Francesco Totti. Proprio il capitano giallorosso gli affibbiò al suo arrivo a Trigoria il soprannome di “Piccolo Principe”. Un gesto affettuoso molto apprezzato dal bosniaco. L’ultima stagione ha rappresentato, però, l’inizio delle prime vere difficoltà fisiche di Francesco. In molte partite ha dimostrato di non reggere più i ritmi e di essere incapace a “riempire” l’area di rigore come un tempo. Si aspettava di più allora da Pjanic, probabilmente “stanco e “depresso” da un mondiale giocato con la Bosnia finito molto male. Per mancanza di talento, la Roma non è riuscita a tenere il passo della Juventus. In questo campionato, invece, proprio l’accoppiata Pjanic-Dzeko (o Salah) appare funzionale alla sostituzione del capitano. La squadra appare più sicura a centrocampo ed è tornata ad essere più imprevedibile in attacco. Certo, le geometrie di Totti sono difficilmente duplicabili, ma la Roma per centrare finalmente il suo obiettivo dovrà sperare in un “Piccolo Principe” sempre in forma ed ispirato. Le sue capacità di inventare e di finalizzare sono invidiabili e se replicate a lungo termine si riveleranno sicuramente decisive.
MERCE DI SCAMBIO – Pjanic ha sempre dichiarato di stare bene nella capitale. Ma per un giramondo come lui, cinque anni con la stessa maglia sono tanti. Possibile allora che rinunci all’investitura di Totti e decida di provare nuove esperienze, sopratutto se a fine stagione la Roma riuscisse a vincere lo scudetto. In passato per lui si era fatto avanti il Psg, negli ultimi mesi alcuni sondaggi d’interesse sono stati effettuati dal Barcellona (Luis Enrique lo tornerebbe ad allenare volentieri) e dal Real Madrid. A Trigoria non si lasceranno trovare impreparati: l’impressione è che la società possa eventualmente accettare soltanto offerte dai 50 milioni di euro in su o condite magari da qualche contropartita tecnica interessante.