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Sports News

redazione
venerdì, 21 Ottobre 2016 / Pubblicato il Altri Sport, Eventi, News

Boxe, De Carolis si prepara per difendere la corona mondiale dei Supermedi WBA

Roma. Zona Montagnola. Una piccola palestra recuperata da un capannone abbandonato al degrado: un ring, i sacchi appesi e pochi attrezzi. L’aria che si respira è quella tipica delle palestre popolari: sudore e adrenalina, fatica e sacrificio, e spazi da pulire a turno. Un luogo semplice, essenziale, nel quale si riesce a percepire tutta la passione che i maestri Italo Mattioli e Gigi Ascani trasmettono ai loro pugili in allenamento. In mezzo a una ventina di ragazzi c’è anche Giovanni De Carolis, 32 anni, campione del mondo in carica dei Supermedi e unico pugile italiano detentore di una corona iridata. Sguardo concentrato, canotta di Kobe Bryant, Giovanni si prepara per difendere la corona mondiale Wba nel rematch contro Tyron Zeuge, talentuoso 24enne tedesco già sconfitto a Berlino la scorsa estate in un match intenso ed emozionante. La rivincita si disputerà in Germania, la notte del 5 novembre, alla MBS Arena di Potsdam: il conto alla rovescia sta per terminare e tutta l’Italia farà il tifo per lui affinché tenga alto il tricolore e si riconfermi campione mondiale di categoria.

Quali sono le tue sensazioni a pochi giorni dal ritorno sul ring?

“Sono soddisfatto del lavoro che abbiamo portato a termine coi maestri: la preparazione, le parti di sparring, le sessioni tecniche e le rifiniture tattiche da mettere in pratica nell’incontro. Tutto per farmi trovare pronto al 100%”

Che incontro ti aspetti?

“Quando due avversari si conoscono e si sono già affrontati spesso il secondo incontro è più bello. Ognuno tenta l’elemento sorpresa. Ci aspettiamo tante variabili e abbiamo studiato soluzioni diverse. Sarà un match certamente più difficile del primo: lui è giovane, un pugile tecnico, molto veloce e punterà sulle sue qualità. Io cercherò di sfruttare al meglio la mia esperienza, la mia precisione e i miei colpi”

Sarà il tuo terzo incontro in Germania a causa di un vincolo contrattuale…

“Le difficoltà fuori dal ring ormai le conosciamo già da tempo. E’ un anno che combatto fuori dall’Italia: il fattore casalingo a sfavore, una giuria difficile da convincere e molte altre cose che però non mi influenzano perchè ormai sono un’abitudine, non una preoccupazione. Serviranno la motivazione e la giusta concentrazione per dare il 100% sul ring”

Quest’anno hai riportato la boxe italiana ai vertici del pugilato internazionale: cosa manca al movimento pugilistico italiano per affermarsi in modo definitivo?

“In tante palestre vedo un mare di ragazzi validi e molto bravi, ma hanno molte possibilità in meno rispetto ad atleti di altri paesi europei. Per noi italiani affermarsi è difficile, arriviamo sempre un po’ tardi: in paesi come Germania o Inghilterra invece a 23-24 anni già si combatte per un titolo mondiale, questo è merito sì della bravura di un pugile ma anche delle capacità organizzative e di promozione di un evento, sotto il punto di vista mediatico e di sponsor”

Un esempio?

“In Italia basti pensare a manifestazioni come Oktagon. Lo scorso aprile ho assistito all’incontro di MMA del mio amico Alessio Sakara a Torino in mezzo a 14mila spettatori: se sei lì, ti accorgi subito di quanto sia importante la promozione di un evento per ottenere un risultato del genere”

Apriresti ad un futuro nella kickboxing o nelle MMA?

“Premesso che il pugilato ha più storia e tradizione, quando ho iniziato ad allenarmi spaziavo tra tante discipline come la lotta e le arti marziali. L’idea di un combattimento più completo, dove usi tutto il corpo al 100%, per certi versi può essere stimolante. Essere aperto a tutto è una delle mie prerogative, e ogni tanto con la fantasia mi immagino a partecipare anche in altri sport da combattimento come questi. Mai dire mai. Ma adesso voglio andare avanti con la boxe e rendere sempre più popolare questo sport”

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